lunedì 30 marzo 2009

Crisi tessile in Basilicata

Salviamo il tessile su facebook : http://www.facebook.com/group.php?

Settimana cruciale per il futuro del settore tessile nel Sannio. Domani pomeriggio a Napoli il presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile, incontrerà l’assessore regionale al Lavoro, Corrado Gabriele, per discutere sulla cassa integrazione per i lavoratori di Airola e San Marco dei Cavoti. Mercoledì 1° aprile a Roma, invece, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, sono stati convocati gli attori e i soggetti istituzionali del comparto tessile della provincia di Benevento per un incontro sul Contratto d’area di Airola sottoscritto nel 1999.

“La Provincia di Benevento - affermato il presidente Cimitile - sostiene con molta convinzione e la più ampia solidarietà la lotta dei lavoratori del comparto tessile sannita per la rilevanza eccezionale del problema sociale che la crisi produttiva attuale innesca nel corpo civile e che peraltro supera anche i confini territoriali amministrativi.

La gravità in cui versa il comparto tessile sannita, in questi mesi, ha mobilitato le Istituzioni locali, la Regione e il Governo centrale per la ricerca di soluzioni strategiche alla caduta delle commesse e per la mobilitazione degli ammortizzatori sociali: la Provincia di Benevento è stata in prima linea in questa vicenda offrendo il proprio contributo di idee istituendo il Tavolo inter-istituzionale.

L’augurio che formuliamo è quello che da questa due giorni di incontri, e cioè dalla sinergia con Regione e Ministero dell’Economia, possano emergere elementi per una visione di prospettiva che consente sia la salvaguardia dei posti di lavoro che lo sviluppo”.

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commenti:
Le famose 4000 aziende cinesi che hanno fatto saltare in aria tutto il pronto moda di "TAVOLA" è basato su una grossa percentuale di sfruttamento del lavoro di chi per "fame" è costretto a traferirsi a Prato in cerca di un futuro migliore.

Un cinese arriva illegalmente a Prato e cerca il riscatto come puo' , in molti casi coincide nel farsi sfruttare da un altro cinese e poi si vedrà.

Ma di chi è la colpa del Cinese o di chi permette che questo sistema esista?

La colpa è da ricercare fra chi non ha vigilato e chi ha chiuso un occhio , per certo la Politica Pratese ha grosse colpe.

Non se ne deve fare una lotto razziale ma una lotta per la legalità!
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Post n. 2
Sandra Mazzatosta ha scrittoil 25 marzo 2009 alle 23.43
Io sono una rammendina di rifinizione da 20 anni circa,presumibilmente e auspicacemente in cassa integrazione ,ho lavorato per tutti questi anni al lanificio fedora dopo un 'estenuante e snervante trattativa ci hanno liquidato a questo impietoso destino,ma a parte questo,non credo che dobbiamo dare la colpa ai cinesi,in fondo loro hanno trovato aperte tutte le porte,di questa crisi,che non è esplosa in questi anni,ma il problema nasce da molto piu' lontano.Credo fermamente che parecchie colpe vadano agli industriali pratesi che si sono sempre fatti la guerra tra di loro,a suon di scarsissima produzione,a scapito del prodotto tessile pratese ,che fino a 10/15 anni fa era ancora abbastanza valido.Forse era il caso allora che dovevano mettersi tutti intorno a un tavolino e parlare di tutela del prodotto,magari facendo un consorzio ,come è avvenuto per tutti i prodotti di alto pregio.Invece non hanno voluto tutelare " l'oro di Prato" ma solo i loro portafogli,poi non contenti hanno delocalizzato le loro ditte a destra e a manca,invece di avere il coraggio di investire nel futuro loro in primis e di quello di tante famiglie locali ( che dovevano e devono vivere ora sopravvivere)come poche persone intelligenti e coraggiosi e meritocratici hanno saputo e sanno fare, cosi' su due piedi mi viene in mente un ragazzo che conosco bene si chiama Marco Santi che insieme al gruppo Mazzi delle Nuove Fibre sta mettendoci faccia,soldi,competenza ,coraggio ,ma sopratutto tanta fiducia per migliorare lo stato delle cose,perche' sta facendo acqua da tutte le parti.Poi cerdo che la colpa vada cercata nel mondo politico pratese e regionale che mi sembra molto irreale,proprio come un pinquino su Marte,con tutti i nessi e connessi,poco presenti se non quando erano vicine le elezioni.Questo è il mio pensiero la prospettiva vista da una donna estranea e ignorante,ma che ha dato tanto per la sua ditta e che si è fatta un discreto "culo" ,mi scuso per l'espressione poco aulica ,ma rende di più l'idea.Adesso mi piacerebbe sapere come intendono risolvere il problema,dove andremo (i disoccupati chiaramente) a lavorare ,cosaandremo a fare,ma sopratutto dove andremo a mangiare?????? Secondo me ,un bell'esame di coscienza se lo dovrebbero fare in molti,ma sopratutto vergognarsi di come hanno ridotto Prato,penosi spettatori...E da queste rovine mi auguro che si ritrovi la forza ,la voglia,il coraggio di riemergere,perchè ormai abbiamo toccato il fondo....e mi piacerebbe che nascessero tanti Marco Santi da cui molti dovrebbero prendere esempio....
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Post n. 3
Hai scrittoil 27 marzo 2009 alle 8.21
La mia proposta è quella di creare un sistema in cui tutta la filiera pratese è salvaguardata, le persone di cui parli saranno sicuramente brave persone ma sono state tra coloro che hanno rifinito e lavorato tessuti provenienti da paesi esteri , li hanno rifiniti e venduti come prodotto made in Italy.
Questa cosa è certamente legale ma vorrei farti capire che le tessiture,le filature di cardato sono tutte rimaste fuori da questo meccanismo perverso per cui "bisogna rimanere sul mercato".
Se il mercato è malato bisogna ripartire da zero e permettere alla gente di potersi comprare dei prodotti di qualità che la gente mica è scema !
Se potesse non lo comprerebbe il prodotto cinese, lo vede da 2 km di distanza la differenza: la verità è che non se lo puo' permettere.
Investire sul territorio significa ricreare la comunità senza divisioni tra imprenditori,artigiani e dipendenti perchè mai come ora sono stati nella merda allo stesso modo !
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Post n. 4
Sandra Mazzatosta ha scrittoil 27 marzo 2009 alle 21.39
hai perfettamente ragione ,ma le menti di persone cosi' incapaci di capire che far capitolare il prodotto del tessile completo dal filo alla pezza finita,andrebbero resettate e installate da capo,sopratutto quelle persone che hanno iniziato questo processo di regresso,è chiaro che la gente non si puo' permettere un prodotto qualitativamente migliore rispetto a quello cinese o di altri paesi,ma mi chiedo come mai chi produceva tessuti non si accontentava di guadagnare un po' meno ,ma guadagnare tutti?E la politica perchè è stata a guardare senza muovere boccino,quanti interessi oscuri alle spalle della gente che credeva in un futuro?Probabilmente pero'bisognerebbe prendere esempio da sarkozi che spinge la gente a essere piu' nazionalisti a consumare meno prodotti stranieri e salvaguardare i nostri prodotti di qualita' anche a scapito della globalizzazione,solo cosi'forse arriveremo a meta' dell'opera,l'altra meta' dovremmo essere tutti piu' onesti e umili e fare un grosso lavoro mentale,cosa che vedo molto dura......
Le persone e la persona a cui mi sono ispirata è una persona che sta buttando tantissimi soldi per dei macchinari piu' all'avanguardia,per fare anche dei prodotti alternativi ma sempre di elevata qualita',non so se filera' tutto liscio,ma certamente sta provando a cambiare le cose e sta facendo lavorare gli italiani cosa che in altre rifinizioni non succede perchè molti sono extracomunitari ,insomma roma non si è fatta in un giorno,ma se non si comincia da qualcosa......
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2 commenti:

rachele ha detto...

la crisi c'è anche nelle marche e prego a chi servono tessuti tessili "grezzi" da rifinire di contattare la ditta di massimo palazzetti 0722312104 o via email/massimopalazzetti08@alice.it ci tengo apuntualizzare che chi ha avuto rapporti di lavoro con il signor massimo si è sempre trovato bene un uomo onesto e rispettato. grazie

rachele ha detto...
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