lunedì 30 marzo 2009

Progetto Sostes- Regione Lombardia

Progetto SOSTES innovazione e sostegno al capitale umano prioritariamente nel settore tessile-abbigliamento


Tipologia di Progetto
Il Progetto avrà per oggetto la realizzazione di iniziative previste dalla Misura D1-D3-D4 del POR 2000-2006 Ob. 3 FSE, della Regione Lombardia per azioni di sostegno ed innovazione per le imprese lombarde, con particolare attenzione alle PMI della filiera del tessile- abbigliamento.

Il Progetto SOSTES è inserito all’interno delle iniziative dell’AdP Competitività Asse 1-Innovazione, che vede la collaborazione di Regione Lombardia, Camere di Commercio lombarde e Unioncamere Lombardia.


Finalità
Il Progetto SOSTES ha la finalità di sostenere con azioni immediate e di veloce applicazione, ma con effetti a lungo termine, lo sviluppo di soluzioni innovative proposte dalle imprese lombarde, attraverso la qualificazione del “fattore umano” inteso come variabile strategica di crescita imprenditoriale e per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali.


Destinatari

- PMI secondo la definizione dell’UE con meno di 250 dipendenti (con particolare riguardo alle imprese della filiera del tessile- abbigliamento)
- Imprese artigiane (con particolare riguardo alle imprese della filiera del tessile - abbigliamento)
- Micro e piccole imprese, secondo la definizione dell’UE con meno di 50 dipendenti ed appartenenti al commercio al dettaglio del tessile-abbigliamento, anche di nuova costituzione
- Operatori del sistema della filiera del tessile - abbigliamento
- Titolari e dipendenti di PMI
Tipologie di Azioni
Il Progetto ha la finalità di integrare organicamente e potenziare le azioni che il sistema regionale attua per il sostegno delle imprese lombarde.

Pertanto le azioni realizzate all’interno del Progetto sono le seguenti:


AZIONI DA INCENTIVARE DIETRO PRESENTAZIONE DI PROGETTI DA PARTE DI OPERATORI TERZI (Azioni di Servizio)

A1: Azioni di supporto per l’innovazione del sistema manifatturiero (con particolare riguardo alle imprese della filiera del tessile-abbigliamento)
A2: Azioni di supporto per l’innovazione del sistema distributivo al dettaglio del settore del tessile-abbigliamento
A3: Azioni di promozione dell’innovazione ed aggregazione imprenditoriale per Operatori di sistema della filiera del tessile-abbigliamento.
AZIONI DA REALIZZARSI A CURA DEL SOGGETTO OPERATIVO

A4: Azioni di Sistema per l’animazione del territorio, l’informazione, l’orientamento, la formazione, l’assistenza e ricerca e studi
A5: Azione di attuazione e gestione del Progetto
A6: Azioni di supporto all’Internazionalizzazione ed Innovazione delle Imprese della filiera del tessile- abbigliamento lombarda.
Tempi di realizzazione
Febbraio – Giugno 2009: realizzazione delle attività progettuali.

Salviamo il Tessile su facebook

Commenti su facebook:

Antonio Gomes ha scritto
alle 2.16 di ieri
Gomes tessuti Srl che ha cambiato ragione sociale nel 2004 in base alla crisi del settore che iniziata di fatto nel 2001, dopo più di un secolo di vendita di tessuti all'ingrosso a Bari.
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Federico Materassi (Italy) ha scritto
alle 21.38 del 26 marzo 2009
si , ma facciamo veloce.................
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Bechi Claudio ha scritto
alle 21.38 del 26 marzo 2009
la moneta cinese deve assolutamente aumentare di valore (non esiste al mondo che una nazione che aumentata il pil del 10% l'anno e la moneta non si apprezzi) questo farebbe aumentare il potere di acquisto della classe media cinese con un aumento dei potenziali consumatori del made in italy.
indagini di mercato per capire che penetrazione di mercato,quali sono le aziende interessate e capire il fabbisogno mondiale del brend che si vuole produrre
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Giovanni Lanza ha scritto
alle 15.01 del 26 marzo 2009
noi non abbiamo il problema della concorrenza cinese ma della crisi economica che pare colpire per primi proprio i lavoratori del tessile.
Avete mai fatto caso che nei servizi televisivi quando si parla di crisi fanno vedere sempre donne che cuciono o che stendono teli al taglio, e quando parlano di ripresa industrie metalmeccaniche? Vorrà dire qualcosa no?
Eppure il tessile dovrebbe essere un vanto per l'Italia molto più di altri settori.
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Il Signa ha scritto
alle 12.38 del 26 marzo 2009
i commenti su questa bacheca verranno pubblicati su www.salviamoiltessile.blogspot.com appena scompaiono da questa prima pagina
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Silvia Dabizzi ha scritto
alle 12.35 del 26 marzo 2009
credo anch'io che l'unica strada percorribile sia la legalità.. se i cinesi sono qui, e hanno letteralmente invaso la nostra città, è perchè hanno fatto comodo a molti... dovremmo prima combattere il lavoro a nero, e i primi a farlo dovrebbero essere gli imprenditori... per ribaltare la situazione ci vuole un gesto eclatante, ci vuole coraggio e la voglia di rimettersi in discussione... e mi pare che agli imprenditori manchi la voglia di rimboccarsi le maniche...
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Alberto Santini ha scritto
alle 1.20 del 26 marzo 2009
Il tessile pratese si salva soltanto se tutti e dico tutti ci si unisce per un interesse comune che non può essere solo profitto ma la ricchezza di un intero distretto l'unico vero distretto in Italia....serve guardarsi dentro e riflettere: se i cinesi sono qui è perchè hanno fatto comodo a qualcuno che già ci lavorava, se sono qui e prolificano è perchè convengono a molte imprese pratesi sopratutto alle più illegali, finchè gli imprenditori, degni di questo nome continueranno a non prendere iniziative dirette tipo denuncie, notifiche, avranno sempre senso e saranno sempre più autorizzati i FURBONI....ma sopratutto se non si fa un patto Prato per Prato di correttezza, rispetto del tessuto sociale di cui Prato è composta e non smettono di preferire l'illegalità alla legaità e legittimità la stragrande maggioranza degli imprenditori pratesi, non si va da nessuna parte e siccome a nessun imprenditore importa " rigiocare 'i cacio vinto.." allora siamo persi
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Paolo Capecchi ha scritto
alle 23.16 del 25 marzo 2009
sto notando quanto agli industriali pratesi se cosi gli vogliamo chiamare , importi di Prato, in questo gruppo non ne individuo alcuno, non ci arrampichiamo sugli specchi dando la colpa ai cinesi nostrali, forse alla Cina si, oppure ai pratesi che sono andati la ad insegnare come fare , poi alle amministrazioni Comunali e Provinciali che sono corse a chiedere aiuto ai cinesi, per non parlare dell'amatissimo dei pratesi MR : MORTADELLA che hanno venduto la nostra anima e dignità......ORAMAI E' TARDIIIIIIIIIII , è inutile chiudere il recinto quando i buoi sono scappati.
IMPARIAMO A SOPRAVVIVERE E DAI CINESI NOSTRALI............
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Parigi Antonella ha scritto
alle 13.07 del 25 marzo 2009
vorrei dire che piu triste di cosi non si puo.e cmq l illegalita dei cinesi è cosi evidente che le istituzioni non gline po frega di meno..annozero!!ma io cero.sono del lanificio fedora ,e mi congratulo con il mio titolare,..bravo si bravo..xlui prato puo affondare.non ha la faccia.anzi MAI AVUTA.ragazzi facciamo una rivolta..i cinesi rompono,eccome se rompono.loro con un pugno di riso passano la girnata ma noi non ci potremmmo mai accontentare.da italiani manteniamo la ns dignita
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Emiliano Citarella (Italy) ha scritto
alle 22.36 del 24 marzo 2009
organizziamoci
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Alessandro Bonacchi Spippolo (Italy) ha scritto
alle 17.12 del 24 marzo 2009
1) controlli nelle aziende che lavorano sottoprezzo grazie allo sfruttamento del lavoro clandestino ed in nero, controlli sui committenti e controlli su sicurezza e lavoro nero a tutte le aziende. Particolare attenzione alle 4000 aziende cinesi o di esse committenti per sanare anni di non controlli degli enti preposti. Solo chi rispetta le regole deve stare sul mercato.
Per il resto condivido.

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