giovedì 26 febbraio 2009

Tessile, il 2009 sarà orribile

Dati preoccupanti dalla Sezione serica dell'Unione Industriali e dal centro studi di Sistema moda Italia
A inizio anno calano subito il fatturato (-10,2%) e gli ordini (-7,8%)


Il 2008 è stato un anno pessimo per la seta lariana. È iniziato male, con una brusca frenata sull’andamento delle vendite, e si è chiuso peggio, con un pesante tonfo su tutti i fronti, eccezion fatta per gli accessori femminili. Il 2009 si prospetta ancora più negativo, con consistenti flessioni stimate nei primi mesi sul fronte sia del fatturato (-10,2%) sia degli ordini raccolti (-7,8%). I dati, raccolti dalla Sezione serica dell’Unione Industriali di Como e dal centro studi di Sistema moda Italia (Smi), sono inequivocabili e riflettono la crisi economica che ha colpito i principali mercati del mondo.
Le tessiture seriche italiane, che oltre alla seta lavorano anche le fibre chimiche e sono in gran parte concentrate in provincia di Como, hanno chiuso il 2008 con una diminuzione complessiva del fatturato del 5,3% (rispetto all’anno precedente) e con una flessione dei quantitativi venduti di pari entità (-5,2%). E proprio l’ultimo trimestre dello scorso anno ha dato la spallata finale alle speranze dell’industria tessile comasca di riuscire a contenere gli effetti negativi della crisi. «Tra ottobre e dicembre - spiegano gli esperti di Smi e Unione Industriali - si è verificato un vero e proprio cedimento. Nel corso del quarto trimestre, infatti, il fatturato è diminuito dell’11,5% (rispetto allo stesso periodo del 2007, ndr), con un mercato nazionale in flessione del 15,3% e un calo delle vendite oltreconfine meno accentuato (-8%). Gli ordini raccolti hanno registrato una contrazione del 19,1%, riflettendo un deterioramento del quadro congiunturale che si è ulteriormente aggravato agli inizi del 2009»
Il 2008 si era aperto tutto sommato in positivo, con fatturati ancora in crescita (+1,5%) anche se in frenata rispetto ai risultati del 2007, quando erano aumentati del 4,2%. I segnali negativi, però, erano già emersi. Nei primi tre mesi dello scorso anno la raccolta degli ordinativi era infatti stata fiacca: -4,9%. A partire dal secondo trimestre si è poi innescata una vera e propria «inversione di tendenza rispetto ai buoni risultati conseguiti nel corso del 2007», come precisa l’indagine Smi-Unione Industriali. Il tonfo, come detto, si è materializzato nell’ultimo trimestre. Ed è stato un crollo che ha interessato soprattutto i tessuti per abbigliamento femminile e quelli per cravatteria, mentre gli accessori - dai foulard agli scialli, dalle stole alle sciarpe di seta - hanno retto, nonostante la crisi.
In particolare, il tessuto per abbigliamento femminile, nel quarto trimestre 2008, ha evidenziato una caduta di fatturato pari al 12% (-15,9% sul mercato nazionale, -8,8% all’estero). Su base annua la flessione dei ricavi è stata pari al 5,7% (-9,8% in termini di volumi venduti). La dinamica degli ordini, nel periodo ottobre-dicembre 2008, è stata pesantemente negativa (-19,7%).
Peggio hanno fatto le stoffe per cravatte che nell’ultimo trimestre del 2008 hanno registrato ricavi in calo del 15,5% (-10,7% in quantità). La flessione del fatturato su base annua ha raggiunto il 9,7% (-17,4% in Italia, -12,8% sui mercati esteri). La caduta ha interessato sia l’articolo stampato (-11,5%) sia quello tinto in filo (-16,8%). Decisamente preoccupanti le prospettive per le cravatte, con un crollo degli ordinativi del 23,6% nei primi tre mesi di quest’anno.
L’accessorio tessile femminile, infine, ha risentito del contesto economico molto sfavorevole, ma è riuscito a mantenere risultati positivi anche nel corso dell’ultimo trimestre del 2008 (+1,2% il fatturato), con il mercato estero cresciuto a un ritmo ben più accelerato (+4,9%) rispetto al mercato nazionale (+0,7%). «Il comparto - sottolineano gli esperti di Smi-Unione Industriali - ha chiuso il 2008 con un incremento annuo del fatturato pari al 4,9% (+8,9% i volumi venduti). La raccolta ordini nell’ultimo trimestre è stata però negativa (-4,7%), come già riscontrato per cravatteria e abbigliamento, ma in termini decisamente più contenuti».


Marcello Dubini

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