mercoledì 25 febbraio 2009

Il tessile di Prato chiede la sospensione dell'Irap

Il tessile di Prato chiede la sospensione dell'Irap
di Cesare Peruzzi





Aiuti alla filiera del tessile abbigliamento, così com'è stato fatto per i settori dell'auto e degli elettrodomestici. Moratoria di due anni per gli studi di settore. Sospensione dell'Irap nel 2009. Il distretto industriale di Prato è in apnea e chiede l'ossigeno necessario per non morire aspettando la ripresa. Che per ora non arriva. «I portafogli ordini delle imprese sono quasi vuoti - spiega Riccardo Marini, presidente dell'Unione industriale pratese - dopo un 2008 molto negativo, stiamo affrontando il 2009 senza alcuna visibilità, in ritardo di almeno un mese sull'andamento dei tradizionali ordini invernali e con la prospettiva che a marzo finiscano i fondi per sostenere l'occupazione, soprattutto quella delle aziende artigiane».

Domani è in programma un incontro romano tra i vertici del Sistema moda Italia (il presidente Michele Tronconi) e i ministri Scajola, Tremonti e Sacconi. Sabato, a Prato, è stata indetta una grande manifestazione che porterà in piazza migliaia di persone, a cui parteciperanno insieme agli imprenditori, agli amministratori locali e ai lavoratori del distretto toscano anche rappresentanti degli altri poli del tessile abbigliamento nazionale (Biella, Como, Vicenza, Carpi), per chiedere più attenzione da parte del Governo e delle Regioni.

«Rischiamo di perdere pezzi della nostra filiera produttiva: è indispensabile salvare i gruppi che hanno fatto investimenti, per poter garantire il lavoro ai contoterzisti che altrimenti rischiano di scomparire», dice Massimo Logli, presidente della Provincia di Prato, promotore un anno fa di un tavolo di concertazione tra le forze sociali economiche e di governo locale per affrontare la crisi. «Gli aiuti e i sostegno normali oggi non bastano più - aggiunge - servono strumenti straordinari e la collaborazione di tutti».
Negli ultimi otto anni, il distretto pratese ha perso più di un miliardo di fatturato (sceso a quota 3,7 miliardi, con una contrazione del 7,1% nel 2008, quando l'export è crollato del 10,3%). Nello stesso periodo sono saltati anche 10mila posti di lavoro (1.129 solo l'anno scorso) e le imprese tessili attive sono diminuite del 37,1%, sempre dal 2001 a oggi. In questo momento, sono 2mila i lavoratori in cassa integrazione ordinaria, 600 in straordinaria e quasi 1.200 quelli che usufruiscono dei contributi dell'Ente regionale bilaterale per gli artigiani Ebret.

«Se non arriva in tempi rapidi il decreto attuativo del Governo sui fondi per gli ammortizzatori sociali, rischiamo di perdere altri mille posti di lavoro nelle prossime settimane», sottolinea Manuele Marigolli, segretario generale della Cgil di Prato. Il sistema moda toscano, come registra l'indagine congiunturale Confindustria-Unioncamere, arriva da otto trimestri negativi consecutivi (nel quarto trimestre 2008 la produzione manifatturiera regionale è calata del 9,2%). «Serve dare attuazione ai protocolli firmati con le banche per far arrivare il credito alle imprese», dice Antonella Mansi, presidente di Confindustria Toscana. «Sono da rivedere gli studi di settore», commenta Pierfrancesco Pacini, leader di Unioncamere. E di «moratoria di due anni per gli studi di settore» parla Marini, che chiede anche la «sospensione del pagamento dell'Irap nel 2009. Servirebbe a dare un po' di liquidità alle aziende», puntualizza.

1 commento:

Andrea.comunication ha detto...

http//safilofriuli.blogspot.com