sabato 29 dicembre 2012

Lettera Aperta al Vescovo di Prato Mons.Agostinelli




                                                                                                             Prato, 27 dicembre 2012

Lettera Aperta,

A Sua Eccellenza Mons. Franco Agostinelli, Vescovo di Prato,
chi Le scrive è moglie di un lavoratore dipendente di un rilevante gruppo tessile della val di bisenzio, la cosiddetta "vallata",  in tutto circa 105 dipendenti, suddivisi in varie società, di cui però, l'unico riferimento è sempre stato solo e soltanto l'amministratore delegato.

Mi prendo tutta la responsabilità per questa mia iniziativa che comunque chiede di rendere voce a chi non ne ha più.

Mi rendo  conto delle difficoltà e le problematiche che in questo periodo si fanno pressanti e dolorose per tante persone MA voglio  far riflettere su alcuni punti importanti e fondamentali che vivono ANCORA nella nostra Costituzione e che sono sacrosanti ed inviolabili.
I nostri nonni, i nostri padri hanno combattuto, si sono battuti perché credevano di poter riuscire a costruire un mondo migliore, cercando di demolire i "baratri" immensi tra i ceti, basandosi su  uguaglianza, diritti, solidarietà e tutela nei confronti dei più deboli.
Adesso ci ritroviamo in una società che non ci rappresenta più, dove questi principi vengono meno, l'egoismo e l'indifferenza prendono il sopravvento, dove gli unici Credo sono il Dio denaro e la supremazia ( la nostra città, unica nel suo genere, riuscì per breve tempo ad unire tutte le forze pubbliche e private del suo distretto tessile in una manifestazione di grande risonanza "Prato non deve chiudere" e fu un'esperienza che durò l'attimo di un lampo a ciel sereno) è come se una guerra o uno "tsunami" avessero distrutto, non solo, quello che faticosamente abbiamo costruito in vari anni di lavoro onesto ma anche la nostra società impoverendola nella coscienza e negli animi.

Sua Eccellenza,
 è doloroso dire che ci sono dipendenti di serie c,  alcuni dipendenti di questo gruppo non avranno diritto ad avere alcuna forma di ammortizzatori perché la società  è suddivisa in "ditte satelliti", due di queste non raggiungono i 15 dipendenti e sono fuori da ogni gioco, 40enni, 60enni si troveranno all'improvviso senza nessuna tutela.
 Il mio pensiero è comunque rivolto anche a tutte quelle persone che stanno vivendo momenti bui e senza speranza, disoccupati, cassa-integrati, dipendenti a tempo determinato, giovani laureati e non, commercianti, artigiani che non vedono un futuro e mi viene in mente come qualche tempo fa il nostro Presidente della Repubblica Napolitano intervenne affinché TRE operai della FIAT venissero riassunti in fabbrica.............

Mi rivolgo a Lei Sua Eccellenza,
dopo aver sentito il Suo discorso a conclusione della S. Messa in Duomo per i festeggiamenti di S. Stefano e francamente mi sono sentita all'unisono con quel che stava dicendo rivolgendosi soprattutto ai nostri politici, ai nostri imprenditori e con l'occasione voglio ricordare che poco meno di un anno fa all'amministratore di questo gruppo è stato consegnato lo Stefanino d'Oro, di cui quest'anno è Lei a rappresentare la grandezza, l'importanza e l'etica di un premio ambito da molti imprenditori della nostra città .
Mi chiedo come, all'improvviso e così in brevissimo tempo, la realtà lavorativa di questi dipendenti abbia avuto un tracollo tale da non poter proseguire il  lavoro, che voglio ricordare, è riconosciuto come innovativo e rivolto soprattutto nel campo della ricerca e sviluppo, un fiore all'occhiello della nostra città. Sono certa che chi  amministra questa società cerca in tutti i modi di risollevare la sua  impresa, forse sta lottando contro i mulini a vento? Sicuramente avrà commesso degli sbagli per ridursi a dover chiedere aiuto e dispiace pensare che una realtà produttiva come questa possa diventare un ricordo di un passato glorioso..........
Un'ultima riflessione è quella che molte persone non credono  più alle favole, ai cosiddetti "tavoli aperti" dai politici e dalle associazioni dove le parole sono uguali ai silenzi. PRETENDERE ed ESIGERE ciò che è sancito nel primo articolo della nostra Costituzione DEBBA essere salvaguardato è un diritto/dovere di NOI italiani,  TUTTI pronti a rimboccarsi le maniche per far sì che questo sia uno dei perni fondamentali della nostra esistenza.
Con questa mia lettera aperta faccio appello alla Sua sensibilità e condivisione e che con un Suo intervento possa SVEGLlARE le coscienze dei dirigenti politici e non della nostra città, che quel "PRATO NON DEVE CHIUDERE" torni ad essere ATTUALE e VIVO.

Manuela Biliotti                                       
3286739009